"Pietre D'Inciampo" Immagini della giornata


Mai dimenticare il passato ...

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"Buongiorno a tutti,

mi chiamo Nelli, sono la figlia di Liko Israel e la nipote di Mazalta e Jesus Israel, per onorare la memoria dei quali ci troviamo qui oggi.

Sono cresciuta in una piccola famiglia: mamma, papà e una bambina. Né nonni, né zii, né cugini.

L’Olocausto faceva parte della nostra vita e delle conversazioni con parenti lontani che ci venivano a visitare dall’estero e con amici jugoslavi, che diventarono per noi una specie di famiglia. Mi hanno raccontato alcune cose, ma non molto, non però perché si cercasse di nascondere qualcosa. Le mie domande avevano sempre una risposta e la storia di mio padre a Langhirano ha fatto sempre parte integrante della mia vita. Le lettere dall’Italia erano sempre lette e rilette nella nostra casa.

Come bambina, ragazza e persino come una giovane donna, non potevo davvero capire e comprendere profondamente la perdita che ha accompagnato la vita dei miei genitori e quello che è successo alle famiglie di molti sopravvissuti all’Olocausto. Con gli anni, ormai adulti, noi , seconda generazione, come ci chiamano qui in Israele, abbiamo pian piano capito. Ma oggi io so che non potremo mai veramente capire l’entità di questa perdita. Oggi non c’è più nessuno a cui chiedere tutto ciò che avremmo voluto sapere.

In Israele, naturalmente, l’Olocausto occupa un posto centrale nella vita e nella visione del mondo degli uomini e dello stato. Non è lo stesso per tutti gli altri popoli del mondo presso i quali per l’Olocausto non si ha la stessa attenzione.

Così, quando ho ricevuto i documenti degli archivi e il lavoro presentato in modo così corretto e intelligente nella Giornata della memoria della scuola Carlo Emilio Gadda di Langhirano, mi sono eccitata ed ho ammirato lo sforzo e tutto il lavoro che è stato fatto.

Ho visto i documenti di mio padre, di mio nonno e di mia nonna che non conoscevo, le loro firme, le varie date, grazie alle quali era stata tracciata ed era emersa l’immagine della loro vita. Il quadro di essa era molto tangibile. Era come viaggiare nel tempo.

Mio padre ha conosciuto i miei figli, suoi nipoti, li ha amati con un amore smisurato e vorrei pensare che siano stati un po’ di conforto  per la sua vita, segnata da un così grande dolore. È un grande peccato che non abbia conosciuto i suoi pronipoti. Penso che nella famiglia Coruzzi abbia visto membri della sua famiglia in tutto, più che una famiglia di sangue di cui, come ho detto, non è rimasto molto dopo la guerra.

La famiglia Coruzzi era un’ancora e un promemoria della possibilità di una vita e della possibilità di essere umani anche quando è difficile essere umani. Langhirano era l’ultimo posto in cui i membri della famiglia hanno vissuto insieme.

Ecco perché oggi sono qui, molto emozionata, insieme ai miei figli, a nipoti di Liko ed ai figli dei pronipoti di Mazalta e Jeshua, che si sono uniti a me per dire alla famiglia Coruzzi ed a voi, popolo di Langhirano, GRAZIE."

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Grazie per il passato e grazie per oggi.

Grazie per ricordare e continuare la memoria.

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