VISITA A LARDERELLO
STUDENTESSE DELLA CLASSE 2B (sede di LANGHIRANO) IN VISITA A LARDERELLO
A Larderello, nelle colline della provincia di Pisa, si trova il più grande centro geotermico del mondo.
Forse molti italiani ignorano l’esistenza di un tale patrimonio, dono di madre Natura e dell’ingegno dell’uomo.
Il sottosuolo ha una struttura particolarissima che, grazie alla presenza di rocce impermeabili a profondità relativamente basse (1,5-5Km), permette la formazione di canali e pozze in cui l’acqua scorre, si riscalda fino a circa 400°C , a volte sale naturalmente in superficie, ma, più importante, può essere prelevata da pozzi d’estrazione per poi essere inviata, in fase di vapore, a turbine che trasformano l’energia termica in energia elettrica.
Io, la mia collega di scienze Prof.ssa Antonucci e un gruppetto di ragazze della classe 2B abbiamo deciso di visitare il centro per raccogliere informazioni e dati da trattare alfine di presentare un lavoro di ricerca al convegno/concorso ScienzAfirenze 2016.
Grazie al presidente dell’Unione Geotermica Italiana Dott.Gian Carlo Passaleva, abbiamo stabilito un contatto col responsabile esercizio impianti delle centrali geotermiche Enel Green Power della Toscana Ing. Francesco Lazzeri, il quale ci ha organizzato la visita del 9 dicembre scorso.
Quando si arriva si rimane affascinati dalle tante evaporazioni che animano le colline.
Sono i vapori che escono dalle varie torri di raffreddamento della centrale, che emanano vapore acqueo, quindi esalazioni naturali e non nocive. Poi vedi la rete di tubazioni che corrono per il bosco e trasportano i vapori caldi dai pozzi alla centrale vera e propria.
L’accoglienza e l’organizzazione, oltre che la professionalità degli operatori del centro è stata ottima.
La mattina abbiamo visitato la centrale di Valle Secolo, ci hanno illustrato il funzionamento della centrale e abbiamo assistito ad operazioni di controllo e manutenzione di protocollo. Abbiamo potuto verificare che la tematica del convegno di ScienzAfirenze, “Le trasformazioni nei fenomeni naturali”, si sposa perfettamente col funzionamento della centrale, in cui avvengono continuamente trasformazioni fisiche (transizioni di fase), chimiche (reazioni chimiche) e naturalmente trasformazioni energetiche.
La centrale e il suo schema di funzionamento
Nel pomeriggio abbiamo visitato il museo della geotermia, che conserva tutto il percorso storico del centro, sviluppato su un villaggio fabbrica (uno dei primi della storia) fondato dal nobile francese Francesco De Larderel (1789-1858, da cui il nome) a metà del 1800.
Busto di Francesco De Larderel e plastico del villaggio fabbrica
Infatti una delle cose che colpisce quando arrivi al centro è la presenza di una chiesa. Questo perché il villaggio fondato da De Larderel non era solo un posto dove lavorare ma anche per viverci, una concezione per quei tempi assolutamente rivoluzionaria. Nel villaggio c’era la scuola, la farmacia, la chiesa, negozi e altri servizi.
Inizialmente l’attività era diversa, finalizzata al commercio dell’acido borico, che si forma spontaneamente in conseguenza dei vapori caldi (putizze). Quando alla fine del secolo, il commercio non fu più redditizio, l’attività del villaggio venne deviata sulla produzione di energia elettrica da vapore. Fu il genero di Francesco, il Principe Ginori Conti, che, mediante la prima turbina, riuscì ad accendere cinque lampadine. Era il 1904.
Alcuni dati interessanti: nel comprensorio toscano, ampio 1200Km2 ( si estende fino al Monte Amiata), vi sono 500 pozzi (profondità variabile tra 1,5 Km a 5Km), tra pozzi di estrazione, reiniezione (il 60 % del fluido viene reiniettato dopo essere stato utilizzato nella centrale) e di controllo (per le varie ispezioni del terreno). Il rendimento delle centrali varia tra il 20 e il 30% (significa che questa è la percentuale di calore che viene convertito in lavoro elettrico). Il centro geotermico copre il 30% del fabbisogno energetico della regione Toscana.
Tutte le abitazioni della zona sono naturalmente riscaldate a 24°C grazie a impianti di teleriscaldamento.
Plastico della centrale (Museo della Geotermia) e foto di gruppo